Nello scorso fine settimana l’Unione Sportiva Bormiese grazie all’iniziativa della Sezione AVIS di Bormio, ha potuto organizzare per i propri tesserati un corso di formazione BLSD (Basic Life Support Defibrillation), definito anche di Rianimazione Cardiopolmonare di Base e Defibrillazione Precoce. La finalità è importantissima quanto delicata, al fine di permettere a tutti gli atleti che partecipano alle attività sportive organizzate da USB, ed alle proprie famiglie che li attendono a casa, di aumentare il livello di sicurezza “sul campo”. Naturalmente gli eventi maggiori hanno la propria assistenza medica da parte di professionisti specializzati, gli addetti volontari possono intervenire in prima battuta in quella manifestazioni o partite dove l’eventuale soccorso professionale interviene solo dopo chiamata, quegli eventi in particolare riservati a atleti (bambini, ragazzi o… meno giovani) dell’Alta Valtellina.
Intanto è bene avere un’informazione generale su quello che prevede la Normativa Italiana sull’uso del defibrillatore semiautomatico (DAE) in ambito sportivo.
Dalla Gazzetta Ufficiale, apprendiamo che il Decreto Balduzzi n° 158/2012 stabilisce che “le società sportive professionistiche e le società sportive dilettantistiche hanno l’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici DAE. Sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio” (bocce (escluse bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili).
Il Decreto Balduzzi contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. “Dovrà essere presente personale formato BLS-D pronto a intervenire, il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione BLS-D sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni”.
L’obbligo, per le società sportive dilettantistiche, è scattato il 30/06/2017. Perciò, dal 1° luglio 2017,
“Le associazioni e società sportive dilettantistiche sono obbligate ad accertare, prima dell’inizio delle gare, la presenza del defibrillatore all’interno dell’impianto sportivo e la regolare manutenzione dello stesso, nonché la presenza della persona debitamente formata. La mancanza del defibrillatore determina l’impossibilità di svolgere le attività sportive.”
Vediamo cosa è previsto in particolare per l’Organizzazione della presenza del DAE.
“4.1 Modalità Organizzative
- La presenza di personale formato, pronto ad intervenire
- L’addestramento continuo
- La presenza di un DAE e la facile accessibilità
- La gestione e la manutenzione del DAE
- La condivisione dei percorsi con il sistema di emergenza territoriale locale
- In tali impianti sportivi deve essere disponibile, accessibile e funzionante almeno un DAE, posizionato ad una distanza da ogni punto dell’impianto percorribile in tempo utile per garantire l’efficacia dell’intervento, con il relativo personale addestrato all’utilizzo.
4.2 Formazione
Ai fini della formazione del personale è opportuno individuare i soggetti che all’interno dell’impianto sportivo, per disponibilità, presenza temporale nell’impianto stesso e presunta attitudine appaiono più idonei a svolgere il compito di first rispondere.
La presenza di una persona formata all’utilizzo del defibrillatore deve essere garantita nel corso delle gare e degli allenamenti.
I corsi sono effettuati da Centri di formazione accreditati dalle singole regioni secondo specifici criteri e sono svolti in conformità alle Linee guida nazionali del 2003 così come integrate dal D.M. 18 marzo 2011.
Per il personale formato deve essere prevista l’attività di retraining ogni due anni.
4.5 Responsabilità
L’attività di soccorso non rappresenta per il personale formato un obbligo legale che è previsto soltanto per il personale sanitario.
La società è responsabile della presenza e del regolare funzionamento del dispositivo.”
Questo è quanto previsto dalla Normativa. Complici i casi recenti relativi alla morte in campo di giovani atleti (si pensi, ad esempio, al decesso del pallavolista Bovolenta e del calciatore Morosini) l’interesse di tutti, (legislatore, società, allenatori, famiglie ecc…) è quello di garantire una maggior tutela agli atleti, professionisti o non. Occorre partire dalla consapevolezza che, tra i tesserati Unione Sportiva Bormiese, tutti gli atleti sono in possesso della idoneità medico sportiva rilasciata dal proprio medico o da un Centro di Medicina per lo Sport.
Perciò la presenza del defibrillatore negli impianti sportivi, che è una cosa aggiuntiva alle visite mediche obbligatorie, (in Alta Valle, grazie all’intervento di Enti gestori e Associazioni, abbiamo il defibrillatore in tutti gli impianti dove si pratica sport…) deve essere vista come un’opportunità per salvare delle vite, e non come un problema come qualche addetto ancora pensa.
L’Unione Sportiva Bormiese ed il proprio Presidente Pierluigi Spechenhauser si sono sensibilizzati, da anni, fin da quando si è iniziato a parlare della nuova normativa nel 2012, alla questione, e con le modalità insite all’Associazione, si sono subito mossi per acquistare i primi defibrillatori semiautomatici.
Le palestre e in generale le strutture sportive, sono stati i primi posti in cui il legislatore ha messo un vero e proprio “obbligo” sulla dotazione di un defibrillatore semiautomatico DAE. Questo perchè si è visto che le probabilità di arresto cardiaco in ambito sportivo sono le più elevate in assoluto. In Alta Valle come si diceva sono anni (dal 2012 in poi) che abbiamo in dotazione il defibrillatore semiautomatico negli impianti maggiori (si pensi al Palaghiaccio, al Campo di Calcio Comunale di Bormio) grazie all’acquisto fatto dall’Unione Sportiva Bormiese. In particolare poi, la stessa USB ha da tempo in dotazione un defibrillatore semiautomatico portatile per le proprie manifestazioni.
I DEFIBRILLATORI non sono tutti uguali e non esiste il DAE migliore, noi diciamo che l’importante è che funzioni (sembra una banalità ma la manutenzione ed il controllo su batterie e piastre non è sempre scontato…), che ci sia qualcuno in grado di utilizzarlo (ecco l’importanza della formazione fatta da AVIS e USB…) e che sia adatto all’utilizzo (“piastre pediatriche” o di un defibrillatore con “funzioni pediatriche” se in presenza di bambini sotto gli otto anni; DAE che abbia superato i test di impermeabilità, sia alle polveri che all’acqua, in caso di struttura all’aperto o a contatto con l’acqua; ecc…).
Un ultima considerazione riguarda la collocazione del defibrillatore. Il DAE deve essere collocato in un posto facilmente raggiungibile e ben visibile, protetto da una “teca” e con l’apposito cartello di legge posto sopra.
Ma che cosa ha insegnato il corso che AVIS e USB hanno proposto agli addetti? Il corso BLSD spiega come funziona il cuore, la circolazione sanguigna e che cosa succede quando si verifica un arresto cardiaco. Con l’ausilio di un defibrillatore privo di batteria e un manichino impartisce le nozioni basilari del primo soccorso (massaggio cardiaco, rianimazione polmonare ecc.) e ovviamente l’utilizzo del defibrillatore stesso, ai VOLONTARI dell’Associazione. I volontari USB hanno imparato ad affrontare eventuali emergenze con efficienza e tempestività, così come interpretare in modo corretto le indicazioni e i comandi che il defibrillatore impartisce all’utilizzatore ed a cogliere gli eventi anticipatori e i sintomi di un arresto cardiaco.
Precisiamo che la legge è chiara in proposito: il “non sanitario”, anche se dotato di attestato del corso BLSD, non è obbligato a intervenire.
Noi dell’Unione Sportiva Bormiese ci sentiamo di dire un grande GRAZIE all’AVIS di Bormio, per aver organizzato questo corso, che vuole essere un modo per rendere più sicura la pratica dello sport da parte della popolazione dell’Alta Valtellina. AVIS, come l’USB, è per una vita sana, sportiva, ma sempre in massima sicurezza! Sicuramente esistono i presupposti per organizzare altri corsi insieme aventi queste finalità. Grazie AVIS BORMIO!!!