E’ calato il sipario (in realtà calerà sabato 7 novembre con le premiazioni) sulla trentesima edizione delle Bormiadi. Un’edizione che ha voluto da un lato sottolineare i tre decenni della festa sportiva che tutta la valle invidia all’US Bormiese; e lo ha fatto con una serie di momenti disegnati appositamente dall’organizzazione. Dall’altro lato è stata un’edizione che ha sancito il passaggio delle consegne tra quelle squadre che hanno fatto la storia delle Bormiadi e quelle, giovani ed emergenti, che la storia dell’evento vogliono continuare a scrivere.
Serve, per cominciare, una riflessione riguardo alla decisione (su cui da qualche anno si ragionava) di creare un torneo a parte per le squadre femminili. Stavolta l’aquilotto delle Bormiadi non ha avuto bisogno di “intermediari” per decidere dove andare: Las Maracas se lo sono aggiudicato sfruttando forza ed esperienza soprattutto nei tornei. Non era mai accaduto prima che una squadra nella classifica generale delle Bormiadi superasse i 40.000 punti: lo hanno fatto proprio Las Maracas, con le Pedalà ad un soffio dal vertice davanti alle Dacky’s a cui la performance con jolly nel pattinaggio è valsa il terzo gradino del podio. Per le squadre più giovani servirà esperienza, soprattutto, per scalzare dal vertice delle Bormiadi rosa Maracas, Pedalà e Dacky’s.
In campo maschile, invece, con il ritiro degli Ighnobili e dei Missili che si aggiunge a quello recente di squadre come quella dei Selvadek, il ricambio generazionale è stato avviato per bene.
Se nell’edizione 2014 Erpik e Balabiott hanno pagato una serie di errori di esperienza (finendo al quarto ed al settimo posto); se nel 2013 (terzi e sesti nella classifica generale) hanno rischiato il colpo grosso (in particolare i Balabiott, all’esordio); se dal 2010 al 2012 gli Erpik hanno lottato subito per entrare nella top 10, stavolta le due formazioni hanno dichiarato da subito di voler puntare al titolo; gli Erpik praticamente sempre davanti, i Balabiott pronti al sorpasso (che pure c’è stato a due terzi di gara).
Non sono riusciti a frenare la corsa di Erpik e Balabiott gli Spigolza, (rinvigoriti nella squadra e molto brillanti in alcune prove), l’Atletico Pizocher (che ha perso il filo della vittoria sia per la forza degli avversari che per qualche disattenzione), gli Skiador ed i Livignasc (che non sono quasi mai riusciti ad entrare veramente in partita). Ci hanno provato fino alla fine i Soci (per i quali è stato usato in diverse occasioni l’aggettivo “sorprendenti”) che hanno chiuso la loro avventura in questa edizione delle Bormiadi al 3° posto, ma anche i Mot che hanno sfiorato il podio mettendosi alle spalle un’altra squadra giovane e frizzante come quella dei Lifrock.
Il confronto tra squadre maschili (in alcuni casi miste) ha certamente evitato clamorosi testa-cosa come quelli a cui abbiamo assistito in precedenti edizioni; l’aver disegnato e condotto, praticamente, due Bormiadi è stato un compito non sempre agevole per il Gran Consiglio, ma alla fine ne è valsa la pena e, proprio guardando alla classifica finale, siamo sicuri che questa straordinaria invenzione da parte di Borrios e Grappeggia continuerà ancora a lungo.
Intanto l’augurio di una buona festa, quella del 7 novembre 2015…
Tramando